STEFANO BECAGLI
Psicologo Clinico e dello Sport
Supporto psicologico nell’infortunio e nel processo riabilitativo
Chi pratica sport, sia a livello agonistico che a livello amatoriale, può prima o poi affrontare un
infortunio
.
L’infortunio è un evento destabilizzante che incide sull’
equilibrio psicologico ed emotivo dell’atleta.
Oltre al trauma fisico e il dolore, l’atleta infortunato dovrà far fronte ad una moltitudine di pensieri e sensazioni.
Un cattivo adattamento dall’infortunio può originare:
•
Sensi di colpa
•
Pensieri irrazionali e depressivi
•
Sensazioni di rabbia e di impotenza
•
Domande ossessive in merito al proprio ritorno alla “normalità”
•
Ritorno “insicuro” all’attività o abbandono dell’attività sportiva
Nelle situazioni più gravi può originarsi la “sindrome del dolore”, ovvero liberarsi della propria identità di atleta e vivere come una persona comune.
L’
atleta
infortunato
deve
capire
cosa
gli
serve,
ridefinire
le
priorità
che
si
era
prefissato,
allargare
i
suoi
interessi
anche
ad
ambiti
non
sportivi
pur
mantenendo
i
suoi
contatti
con
la
sua
disciplina
sportiva,
come
ad
esempio
allenatore
e
compagni
di
squadra.
Deve
riconquistare
la
sua
identità
di
sportivo
bensì
con
un
atteggiamento
mentale
moderato,
capace
di
accettare
emozioni
negative
e
momenti
stasi
o
di
peggioramento;
un
atteggiamento mentale diverso, rispetto quella durezza psicologica necessaria nei momenti di forma fisica e di allenamento.
Si
può
ben
desumere
che
i
fattori
psicologici
hanno
un
effetto
notevole
non
soltanto
sul
benessere
generale
della
persona,
bensì
inoltre
sul
decorso della sua stessa patologia, la cui prognosi può subire rallentamenti da alcuni atteggiamenti mentali.
L’infortunio
se
gestito
con
superficialità
può
essere
un
fattore
di
rischio
per
il
ritorno
alle
gare
dell’atleta.
A
livello
psicologico,
l’infortunio
intacca
quattro aree che sono in grado di produrre delle ripercussioni importanti sul futuro dell’atleta e sul suo futuro
Tempo:
infortunarsi
è
sinonimo
di
sospensione
dell’attività
sportiva,
il
tempo
di
recupero
fisiologico
è
connesso
con
l’entità
del
trauma,
dall’età
bensì
inoltre
dalla
motivazione
dell’atleta,
che
deve
far
fronte
alla
gestione
dell’incertezza
circa
la
data
del
ritorno
alle
gare
e,
in
caso
di
pause
più
lunghe, vede svanire gli obiettivi della stagione sportiva.
Isolamento:
Nel
corso
della
riabilitazione
l’atleta
interrompe
la
partecipazione
all’allenamento
insieme
alla
squadra,
la
quotidianità
precedentemente definita subisce una seria modificazione e si perde. L’atleta si trova in una situazione di solitudine.
Dolore:
Il
grado
di
percezione
del
dolore
non
è
universale,
ma
individuale,
quindi
varia
da
persona
a
persona.
Può
accadere
che
il
dolore
tenda
a
non
esaurirsi
con
i
tempi
della
guarigione
clinica,
quindi
persiste
cronicizzandosi
fino
ad
arrivare
ad
essere
una
barriera
sulla
strada
che
porta
ad
un completo recupero.
Paura:
il
ricordo
traumatico
dell’evento
che
ha
causato
l’infortunio
può
condurre
l’atleta
a
tornare
alle
gare
in
modo
insicuro,
ad
andare
incontro
a
nuovi infortuni e in casi più gravi ad abbandonare l’attività sportiva.
Lo
psicologo dello sport
può intervenire attraverso un programma di riabilitazione anche psicologica dall’infortunio.
Le tecniche più utilizzate sono: mental training, goal setting e pensiero positivo, training propriocettivo, self talk e
biofeedback
.
Con
l’ausilio
del
mental
training
si
lavora
all’aumento
dell’autostima
e
dell’elasticità
mentale;
al
potenziamento
dell’autoregolazione
e
delle
attitudini
sport-specifiche;
si
migliora
la
capacità
del
controllo
del
dolore
attraverso
maggiore
conoscenza
delle
sensazioni
corporee
ed
inoltre
si
punta a ridurre la paura del re-infortunio.
Nel
percorso
di
supporto
psicologico
si
utilizza
il
goal
setting
(lavorando
su
obiettivi
concreti
,
questo
permette
non
soltanto
di
mantenere
un
livello
di
motivazione
alto
nei
riguardi
del
processo
riabilitativo
(es.
terapie
farmacologiche
e
fisiche,
visite
di
controllo
ecc.)
e
di
dare
sostegno ad un atteggiamento mentale funzionale e positivo alla condizione di salute generale dell’atleta.
Con
il
training
propriocettivo
si
ha
lo
scopo
di
condurre
l’atleta
ad
apprendere
e
affinare
gradualmente
diversa
capacità,
coma
ad
esempio:
l’autopercezione, l’autoispezione e raggiungere una maggiore consapevolezza corporea.
Il dialogo interno (
self talk
), (
) invece, è finalizzato all’incremento e al controllo del comportamento.
L’obiettivo finale dell’intervento svolto dallo psicologo dello sport è quello di:
•
Accettare le condizioni di infortunato;
•
Accettare i tempi di recupero riabilitativo;
•
Cercare le migliori possibilità di recupero;
•
Focalizzare la propria attenzione sul presente e non sul passato;
•
Pensare al futuro superando la frustrazione dell’inattività;
Lo
psicologo
dello
sport
costruisce
con
l’atleta
percorsi
di
preparazione
mentale
per
pianificare
un
rientro
all’attività
sportiva
il
più
sicuro
e
veloce
possibile,
riducendo
l’impatto
psicologico
dell’infortunio.
Inoltre,
sostiene
l’atleta
a
mantenere
il
focus
sulla
performance
aiutandolo
a
riconoscere
le
strategie e risorse per affrontare l’infortunio.
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