Vademecum alla separazione consensuale per tutelare i figli

La  

separazione  

fra  

due  

coniugi  

è  

nella  

maggior  

parte  

dei  

casi  

un  

evento  

di  

forte  

stress  

vissuto  

da  

entrambi,  

sebbene  

in  

misura  

individuale,  

e

doloroso  

per  

i  

figli.  

Nonostante  

la  

consuetudine  

sia  

stata  

metabolizzata  

nei  

dogmi  

della  

società  

odierna  

e  

per  

quanto  

i  

figli  

di  

separati  

siano  

in

continuo  

aumento,  

l'allontanamento  

da  

mamma  

e  

papà  

costituisce  

per  

il  

bambino,  

anche  

nel  

migliore  

dei  

casi,  

una  

situazione  

luttuosa,  

il  

termine  

di

una situazione conosciuta e il principio di un'altra oscura: in definitiva una difficoltà.

In  

certe  

circostanze  

la  

separazione  

è  

un  

avvenimento  

che  

non  

si  

può  

evitare,  

pena  

il  

deterioramento  

a  

livello  

psicologico  

di  

entrambi  

i  

partner  

di

un  

legame  

rovinato.  

In  

tale  

situazione,  

solitamente  

si  

asserisce  

che  

i  

figli  

patirebbero  

maggiormente  

in  

confronto  

alla  

rottura  

della  

relazione.  

Nel

corso  

della  

procedura  

di  

separazione  

e  

successivamente  

quando  

questa  

è  

sancita  

è  

probabile  

notare  

nei  

bambini  

sintomi  

e  

segnali  

caratteristici,

derivanti  

dallo  

stadio  

psico-fisico  

del  

momento,  

dall'età  

e  

dai  

precedenti  

contrasti.  

Un  

bimbo  

obbligato  

a  

far  

fronte  

a  

ripetute  

circostanze  

di  

ostilità

manifestata  

giunge  

alla  

separazione  

ormai  

indebolito  

e  

rischia  

maggiormente  

a  

livello  

psicologico.  

Nonostante  

bisognerebbe  

scongiurare  

la  

rottura

della  

relazione  

di  

fatto  

immediatamente  

dopo  

una  

malattia  

debilitante  

di  

un  

figlio,  

cioè  

di  

un  

trattamento  

in  

corso.  

E'  

necessario  

comunque  

sapere

che il

periodo d'età più delicato

 per un bimbo i cui genitori troncano la relazione è quella che pressappoco va dai

 4 ai 16 anni.

 

Come noto, i malanni da stress, non si presentano al cessare del legame, bensì hanno dei così chiamati periodi di latenza, in assoluto individuali. 

Lo  

stress  

è  

in  

grado  

di  

presentarsi  

disturbi  

a  

livello  

psicosomatico  

o  

somatico

,  

ad  

esempio:  

asma,  

pavor  

notturno,  

enuresi  

notturna,  

encopresi,

sintomi  

gastrointestinali  

con  

situazioni  

patologiche  

che  

sono  

propense  

a  

stabilizzarsi,  

lipotimie  

e  

deficit  

immunitari,  

bulimia  

o  

anoressia;  

oppure

psicologici come per esempio: fobie ed ansia da evitamento, insonnia, depressione, balbuzie. 

I  

bimbi,  

ma  

anche  

gli  

adulti,  

nel  

corso  

di  

una  

situazione  

negativa  

provano  

a  

metabolizzarlo  

più  

velocemente  

possibile  

e  

maggiormente  

si  

presenta

tranquilla  

e  

controllata  

la  

prima  

reazione  

più  

ci  

si  

dovrà  

attendere  

il  

manifestarsi  

nel  

tempo  

alcune  

espressioni  

di  

malessere,  

la  

cui  

forza  

e  

decorso

sarà  

condizionato  

notevolmente  

dal  

sistema  

di  

riferimento  

individuale  

e  

dal  

post  

separazione,  

in  

quel  

lasso  

di  

tempo  

difficile  

tra  

partner  

nella  

quale

si esplicita il contesto modificato, regole comprese.

Modificare  

modalità  

di  

relazione  

e  

vita  

con  

l'ex  

partner  

è  

un'azione  

ardua,  

anche  

tutelando  

con  

esso  

un  

vincolo  

efficiente  

e  

partecipativo  

come

genitore.  

Serve  

un'abbondante  

accortezza  

ed  

una  

recuperata  

stabilità  

affettiva,  

non  

sempre  

a  

portata  

di  

mano  

di  

ambedue  

separati,  

soprattutto

quando  

la  

decisione  

di  

interrompere  

la  

relazione  

  

presa  

di  

comune  

accordo  

ed  

uno  

dei  

due  

aveva  

già  

(o  

ha)  

un  

relazione  

sentimentale.  

La

propensione  

alla  

rivalsa  

piena  

di  

rancore,  

in  

tali  

circostanze  

può  

dare  

rappresentare  

una  

istigazione  

rilevante,  

come  

anche  

quella  

di  

usare  

i  

figli

come  

amplificatori  

e  

perciò  

esasperare  

l'ostilità.  

L'impiego  

dei  

figli  

ha  

una  

doppia  

valenza.  

Ha  

la  

forza  

di  

aizzare  

l'odio  

nei  

confronti  

del  

partner

(ignorando  

che  

esso  

è  

comunque  

la  

mamma  

o  

il  

papà  

del  

bimbo),  

modificando  

gli  

incontri  

deliberati  

dall'autorità  

giudiziaria  

in  

rimproveri  

contro

l'altro,  

in  

rimproveri  

su  

tutti  

i  

fronti  

(sostenute  

inoltre  

dai  

familiari  

del  

genitore),  

in  

informazioni  

che  

hanno  

l'unico  

scopo  

di  

disprezzare  

l'amore  

verso

il  

figlio,  

la  

sua  

etica,  

la  

sua  

reputazione.  

In  

altre  

occasione,  

meticolosamente,  

l'ex  

partner  

tempesta  

l'altro  

in  

merito  

al  

rendimento  

scolastico,  

sulla

condizione  

fisica  

dei  

figli,  

con  

l'obiettivo  

di  

attirarlo  

a  

sé  

per  

mezzo  

dei  

figli,  

provando  

ad  

incolparlo.  

Non  

ha  

approvato  

la  

separazione  

ed  

in  

modo

evidente  

lo  

manifesta  

ai  

figli,  

quasi  

a  

dare  

luogo  

a  

degli  

intermediari  

con  

l'altro  

genitore.  

In  

tali  

circostanze  

la  

ragione  

esatta  

è  

la  

gelosia  

di  

uno  

dei

due partner verso l'altro, visto come più sereno, più equilibrato o più abbiente.

L'argomento  

economico  

grava  

maggiormente  

nelle  

separazioni  

conflittuali

  

e  

gli  

assegni  

di  

mantenimento,  

la  

loro  

costanza  

o  

il  

loro  

adattamento

nel  

tempo  

presentano  

di  

frequente  

principi  

o  

appigli  

per  

ridiscutere  

l'affidamento  

dei  

figli,  

con  

ulteriori  

istanze  

al  

giudice,  

perizie,  

udienze  

e  

un

rinvigorito contesto di avversità che fa male ai figli in modo non sempre abbastanza chiara ai litiganti. 

Ci sono diverse norme sostanziali per diminuire i danni personali ai figli dei separati.

La prima è quella di essere collaborativi quanto più possibile con l'ex partner.

La seconda è di non alterare la sua immagine agli occhi del figlio in nessuna maniera, smorzando continuamente i  toni. 

La  

terza  

è  

quella  

di  

non  

viziare  

il  

bambino  

con  

doni  

e  

permissioni  

per  

recitare  

la  

parte  

del  

"genitore  

amico"  

in  

antitesi  

con  

l'altro,  

ordinato  

e  

perciò

"rivale".  

In  

questa  

acque  

il  

bimbo  

naviga  

in  

vista  

di  

privilegi  

personali  

e  

cresce  

negligente,  

presuntuoso,  

viziato,  

con  

comportamenti  

sprezzanti,

conscio  

di  

approfittare  

del  

conflitto  

permanente  

dei  

suoi  

genitori.  

In  

proposito  

frequentemente  

i  

bimbi  

pur  

di  

assecondare  

il  

genitore  

che  

ravvisano

inferocito  

contro  

l'altro,  

raccontano  

frottole,  

in  

altre  

parole  

appoggiano  

le  

affermazioni  

del  

genitore  

aizzatore.  

Vanno  

analizzate  

con  

le  

molle  

alcune

affermazioni e dichiarazioni di maltrattamenti, presenza di diverse persone in casa, abbandoni eccetera. 

La  

quarta  

è  

di  

mantenere  

il  

bambino  

quanto  

più  

possibile  

al  

di  

fuori  

delle  

contese  

legali  

oppure  

di  

fargli  

capire  

con  

parole  

semplici  

e  

chiare  

quello

che sta succedendo o che potrà succedere ed il motivo.

La  

quinta  

è  

quella  

di  

seguirlo,  

per  

domandargli  

di  

frequente  

come  

sta,  

come  

affronta  

il  

cambiamento  

affettivo  

e  

logistico,  

che  

attese  

o  

pensieri  

ha,

come si trova con il genitore che lo segue (concedendogli la libertà di esporre sull'altro). 

La  

sesta  

è  

quella  

di  

creare  

spazi  

comuni  

in  

cui  

il  

bimbo  

riveda  

in  

maniera  

civile  

i  

genitori  

con  

lui  

in  

momenti  

particolari  

(compleanni,  

ricorrenze,

impegni sportivi). 

La settima è quella di non adoperarlo come messaggero e perciò di parlare con l'ex partner in maniera produttiva nell'interesse del figlio. 

L'ottava  

è  

di  

scovare  

nuove  

strade  

affettive  

qualora  

non  

esistano  

più  

limiti  

per  

un  

riavvicinamento  

con  

l'ex  

partner,  

nel  

caso  

che  

uno  

dei  

due  

non

si sia ancora rassegnato alla separazione. 

La  

nona  

  

è  

quella  

di  

valutare  

gli  

atteggiamenti  

da  

attuare  

accostandosi  

a  

persone  

non  

coinvolte,  

non  

di  

parte.  

I  

consigli  

di  

una  

persona  

neutrale,

costituisce  

il  

più  

delle  

volte  

la  

maniera  

più  

vantaggiosa  

per  

affievolire  

gli  

impatti  

emotivi  

di  

alcune  

azioni  

sui  

figli.  

  

La  

decima  

e  

ultima  

norma

impiegabile   

è   

quella   

di   

"vedere   

con   

gli   

occhi"   

del   

bambino   

e   

comprendere   

che   

ha   

ed   

avrà   

necessità   

di   

entrambi   

i   

genitori   

e   

non   

di   

uno

"imprescindibile"  

piuttosto  

che  

dell'altro  

"inutile",  

bensì  

di  

tutti  

e  

due  

i  

genitori,  

che  

rappresenteranno  

sicuramente  

un  

riferimento,  

nel  

bene  

e  

nel

male, per la sua futura crescita.

STUDIO MILANO 3 Riceve su appuntamento DOTT. STEFANO BECAGLI Piazza Marco Polo 1A Basiglio Milano 3 (Palazzo dei Cigni) E’ possibile richiedere un appuntamento ai seguenti contatti: Telefono: 349 3810997 e-mail: info@stefanobecagli.it
      

Vademecum    

alla    

separazione

consensuale per tutelare i figli

La  

separazione  

fra  

due  

coniugi  

è  

nella  

maggior

parte  

dei  

casi  

un  

evento  

di  

forte  

stress  

vissuto

da   

entrambi,   

sebbene   

in   

misura   

individuale,   

e

doloroso  

per  

i  

figli.  

Nonostante  

la  

consuetudine

sia  

stata  

metabolizzata  

nei  

dogmi  

della  

società

odierna  

e  

per  

quanto  

i  

figli  

di  

separati  

siano  

in

continuo  

aumento,  

l'allontanamento  

da  

mamma

e   

papà   

costituisce   

per   

il   

bambino,   

anche   

nel

migliore    

dei    

casi,    

una    

situazione    

luttuosa,    

il

termine  

di  

una  

situazione  

conosciuta  

e  

il  

principio

di un'altra oscura: in definitiva una difficoltà.

In     

certe     

circostanze     

la     

separazione     

è     

un

avvenimento   

che   

non   

si   

può   

evitare,   

pena   

il

deterioramento      

a      

livello      

psicologico      

di

entrambi  

i  

partner  

di  

un  

legame  

rovinato.  

In  

tale

situazione,   

solitamente   

si   

asserisce   

che   

i   

figli

patirebbero    

maggiormente    

in    

confronto    

alla

rottura  

della  

relazione.  

Nel  

corso  

della  

procedura

di  

separazione  

e  

successivamente  

quando  

questa

è  

sancita  

è  

probabile  

notare  

nei  

bambini  

sintomi

e    

segnali    

caratteristici,    

derivanti    

dallo    

stadio

psico-fisico     

del     

momento,     

dall'età     

e     

dai

precedenti   

contrasti.   

Un   

bimbo   

obbligato   

a   

far

fronte      

a      

ripetute      

circostanze      

di      

ostilità

manifestata     

giunge     

alla     

separazione     

ormai

indebolito    

e    

rischia    

maggiormente    

a    

livello

psicologico.            

Nonostante            

bisognerebbe

scongiurare   

la   

rottura   

della   

relazione   

di   

fatto

immediatamente  

dopo  

una  

malattia  

debilitante

di  

un  

figlio,  

cioè  

di  

un  

trattamento  

in  

corso.  

E'

necessario    

comunque    

sapere    

che    

il    

periodo

d'età  

più  

delicato

  

per  

un  

bimbo  

i  

cui  

genitori

troncano  

la  

relazione  

è  

quella  

che  

pressappoco

va dai

 4 ai 16 anni.

 

Come    

noto,    

i    

malanni    

da    

stress,    

non    

si

presentano  

al  

cessare  

del  

legame,  

bensì  

hanno

dei  

così  

chiamati  

periodi  

di  

latenza,  

in  

assoluto

individuali. 

Lo   

stress   

è   

in   

grado   

di   

presentarsi   

disturbi   

a

livello  

psicosomatico  

o  

somatico

,  

ad  

esempio:

asma,      

pavor      

notturno,      

enuresi      

notturna,

encopresi,  

sintomi  

gastrointestinali  

con  

situazioni

patologiche   

che   

sono   

propense   

a   

stabilizzarsi,

lipotimie     

e     

deficit     

immunitari,     

bulimia     

o

anoressia;  

oppure  

psicologici  

come  

per  

esempio:

fobie     

ed     

ansia     

da     

evitamento,     

insonnia,

depressione, balbuzie. 

I   

bimbi,   

ma   

anche   

gli   

adulti,   

nel   

corso   

di   

una

situazione  

negativa  

provano  

a  

metabolizzarlo  

più

velocemente     

possibile     

e     

maggiormente     

si

presenta     

tranquilla     

e     

controllata     

la     

prima

reazione  

più  

ci  

si  

dovrà  

attendere  

il  

manifestarsi

nel  

tempo  

alcune  

espressioni  

di  

malessere,  

la  

cui

forza  

e  

decorso  

sarà  

condizionato  

notevolmente

dal  

sistema  

di  

riferimento  

individuale  

e  

dal  

post

separazione,  

in  

quel  

lasso  

di  

tempo  

difficile  

tra

partner    

nella    

quale    

si    

esplicita    

il    

contesto

modificato, regole comprese.

Modificare  

modalità  

di  

relazione  

e  

vita  

con  

l'ex

partner  

è  

un'azione  

ardua,  

anche  

tutelando  

con

esso  

un  

vincolo  

efficiente  

e  

partecipativo  

come

genitore.  

Serve  

un'abbondante  

accortezza  

ed  

una

recuperata    

stabilità    

affettiva,    

non    

sempre    

a

portata      

di      

mano      

di      

ambedue      

separati,

soprattutto  

quando  

la  

decisione  

di  

interrompere

la  

relazione  

  

presa  

di  

comune  

accordo  

ed  

uno  

dei

due  

aveva  

già  

(o  

ha)  

un  

relazione  

sentimentale.

La  

propensione  

alla  

rivalsa  

piena  

di  

rancore,  

in

tali    

circostanze    

può    

dare    

rappresentare    

una

istigazione  

rilevante,  

come  

anche  

quella  

di  

usare  

i

figli    

come    

amplificatori    

e    

perciò    

esasperare

l'ostilità.  

L'impiego  

dei  

figli  

ha  

una  

doppia  

valenza.

Ha   

la   

forza   

di   

aizzare   

l'odio   

nei   

confronti   

del

partner   

(ignorando   

che   

esso   

è   

comunque   

la

mamma   

o   

il   

papà   

del   

bimbo),   

modificando   

gli

incontri    

deliberati    

dall'autorità    

giudiziaria    

in

rimproveri  

contro  

l'altro,  

in  

rimproveri  

su  

tutti  

i

fronti     

(sostenute     

inoltre     

dai     

familiari     

del

genitore),    

in    

informazioni    

che    

hanno    

l'unico

scopo  

di  

disprezzare  

l'amore  

verso  

il  

figlio,  

la  

sua

etica,   

la   

sua   

reputazione.   

In   

altre   

occasione,

meticolosamente,  

l'ex  

partner  

tempesta  

l'altro  

in

merito  

al  

rendimento  

scolastico,  

sulla  

condizione

fisica  

dei  

figli,  

con  

l'obiettivo  

di  

attirarlo  

a  

sé  

per

mezzo  

dei  

figli,  

provando  

ad  

incolparlo.  

Non  

ha

approvato  

la  

separazione  

ed  

in  

modo  

evidente  

lo

manifesta   

ai   

figli,   

quasi   

a   

dare   

luogo   

a   

degli

intermediari      

con      

l'altro      

genitore.      

In      

tali

circostanze  

la  

ragione  

esatta  

è  

la  

gelosia  

di  

uno

dei   

due   

partner   

verso   

l'altro,   

visto   

come   

più

sereno, più equilibrato o più abbiente.

L'argomento    

economico    

grava    

maggiormente

nelle   

separazioni   

conflittuali

   

e   

gli   

assegni   

di

mantenimento,    

la    

loro    

costanza    

o    

il    

loro

adattamento  

nel  

tempo  

presentano  

di  

frequente

principi  

o  

appigli  

per  

ridiscutere  

l'affidamento  

dei

figli,    

con    

ulteriori    

istanze    

al    

giudice,    

perizie,

udienze  

e  

un  

rinvigorito  

contesto  

di  

avversità  

che

fa  

male  

ai  

figli  

in  

modo  

non  

sempre  

abbastanza

chiara ai litiganti. 

Ci  

sono  

diverse  

norme  

sostanziali  

per  

diminuire  

i

danni personali ai figli dei separati.

La  

prima  

è  

quella  

di  

essere  

collaborativi  

quanto

più possibile con l'ex partner.

La  

seconda  

è  

di  

non  

alterare  

la  

sua  

immagine  

agli

occhi  

del  

figlio  

in  

nessuna  

maniera,  

smorzando

continuamente i  toni. 

La  

terza  

è  

quella  

di  

non  

viziare  

il  

bambino  

con

doni   

e   

permissioni   

per   

recitare   

la   

parte   

del

"genitore  

amico"  

in  

antitesi  

con  

l'altro,  

ordinato  

e

perciò  

"rivale".  

In  

questa  

acque  

il  

bimbo  

naviga  

in

vista   

di   

privilegi   

personali   

e   

cresce   

negligente,

presuntuoso,       

viziato,       

con       

comportamenti

sprezzanti,   

conscio   

di   

approfittare   

del   

conflitto

permanente    

dei    

suoi    

genitori.    

In    

proposito

frequentemente   

i   

bimbi   

pur   

di   

assecondare   

il

genitore   

che   

ravvisano   

inferocito   

contro   

l'altro,

raccontano  

frottole,  

in  

altre  

parole  

appoggiano  

le

affermazioni     

del     

genitore     

aizzatore.     

Vanno

analizzate   

con   

le   

molle   

alcune   

affermazioni   

e

dichiarazioni    

di    

maltrattamenti,    

presenza    

di

diverse persone in casa, abbandoni eccetera. 

La  

quarta  

è  

di  

mantenere  

il  

bambino  

quanto  

più

possibile  

al  

di  

fuori  

delle  

contese  

legali  

oppure

di  

fargli  

capire  

con  

parole  

semplici  

e  

chiare  

quello

che  

sta  

succedendo  

o  

che  

potrà  

succedere  

ed  

il

motivo.

La  

quinta  

è  

quella  

di  

seguirlo,  

per  

domandargli  

di

frequente      

come      

sta,      

come      

affronta      

il

cambiamento  

affettivo  

e  

logistico,  

che  

attese  

o

pensieri  

ha,  

come  

si  

trova  

con  

il  

genitore  

che  

lo

segue    

(concedendogli    

la    

libertà    

di    

esporre

sull'altro). 

La  

sesta  

è  

quella  

di  

creare  

spazi  

comuni  

in  

cui  

il

bimbo  

riveda  

in  

maniera  

civile  

i  

genitori  

con  

lui  

in

momenti    

particolari    

(compleanni,    

ricorrenze,

impegni sportivi). 

La   

settima   

è   

quella   

di   

non   

adoperarlo   

come

messaggero  

e  

perciò  

di  

parlare  

con  

l'ex  

partner  

in

maniera produttiva nell'interesse del figlio. 

L'ottava   

è   

di   

scovare   

nuove   

strade   

affettive

qualora     

non     

esistano     

più     

limiti     

per     

un

riavvicinamento   

con   

l'ex   

partner,   

nel   

caso   

che

uno   

dei   

due   

non   

si   

sia   

ancora   

rassegnato   

alla

separazione. 

La  

nona  

  

è  

quella  

di  

valutare  

gli  

atteggiamenti  

da

attuare   

accostandosi   

a   

persone   

non   

coinvolte,

non  

di  

parte.  

I  

consigli  

di  

una  

persona  

neutrale,

costituisce    

il    

più    

delle    

volte    

la    

maniera    

più

vantaggiosa  

per  

affievolire  

gli  

impatti  

emotivi  

di

alcune  

azioni  

sui  

figli.  

  

La  

decima  

e  

ultima  

norma

impiegabile  

è  

quella  

di  

"vedere  

con  

gli  

occhi"  

del

bambino    

e    

comprendere    

che    

ha    

ed    

avrà

necessità   

di   

entrambi   

i   

genitori   

e   

non   

di   

uno

"imprescindibile"  

piuttosto  

che  

dell'altro  

"inutile",

bensì      

di      

tutti      

e      

due      

i      

genitori,      

che

rappresenteranno   

sicuramente   

un   

riferimento,

nel bene e nel male, per la sua futura crescita.

STUDIO MILANO 3 Riceve su appuntamento DOTT. STEFANO BECAGLI Piazza Marco Polo 1A Basiglio Milano 3 (Palazzo dei Cigni) E’ possibile richiedere un appuntamento ai seguenti contatti: Telefono: 349 3810997 e-mail: info@stefanobecagli.it
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© Copyright Dott. Stefano Becagli - Psicologo Clinico e dello Sport - Riceve in Piazza Marco Polo 1A Basiglio Milano 3 - Tel. 349 3810997 
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