STEFANO BECAGLI
Psicologo Clinico e dello Sport
Vademecum alla separazione consensuale per tutelare i figli
La
separazione
fra
due
coniugi
è
nella
maggior
parte
dei
casi
un
evento
di
forte
stress
vissuto
da
entrambi,
sebbene
in
misura
individuale,
e
doloroso
per
i
figli.
Nonostante
la
consuetudine
sia
stata
metabolizzata
nei
dogmi
della
società
odierna
e
per
quanto
i
figli
di
separati
siano
in
continuo
aumento,
l'allontanamento
da
mamma
e
papà
costituisce
per
il
bambino,
anche
nel
migliore
dei
casi,
una
situazione
luttuosa,
il
termine
di
una situazione conosciuta e il principio di un'altra oscura: in definitiva una difficoltà.
In
certe
circostanze
la
separazione
è
un
avvenimento
che
non
si
può
evitare,
pena
il
deterioramento
a
livello
psicologico
di
entrambi
i
partner
di
un
legame
rovinato.
In
tale
situazione,
solitamente
si
asserisce
che
i
figli
patirebbero
maggiormente
in
confronto
alla
rottura
della
relazione.
Nel
corso
della
procedura
di
separazione
e
successivamente
quando
questa
è
sancita
è
probabile
notare
nei
bambini
sintomi
e
segnali
caratteristici,
derivanti
dallo
stadio
psico-fisico
del
momento,
dall'età
e
dai
precedenti
contrasti.
Un
bimbo
obbligato
a
far
fronte
a
ripetute
circostanze
di
ostilità
manifestata
giunge
alla
separazione
ormai
indebolito
e
rischia
maggiormente
a
livello
psicologico.
Nonostante
bisognerebbe
scongiurare
la
rottura
della
relazione
di
fatto
immediatamente
dopo
una
malattia
debilitante
di
un
figlio,
cioè
di
un
trattamento
in
corso.
E'
necessario
comunque
sapere
che il
periodo d'età più delicato
per un bimbo i cui genitori troncano la relazione è quella che pressappoco va dai
4 ai 16 anni.
Come noto, i malanni da stress, non si presentano al cessare del legame, bensì hanno dei così chiamati periodi di latenza, in assoluto individuali.
Lo
stress
è
in
grado
di
presentarsi
disturbi
a
livello
psicosomatico
o
somatico
,
ad
esempio:
asma,
pavor
notturno,
enuresi
notturna,
encopresi,
sintomi
gastrointestinali
con
situazioni
patologiche
che
sono
propense
a
stabilizzarsi,
lipotimie
e
deficit
immunitari,
bulimia
o
anoressia;
oppure
psicologici come per esempio: fobie ed ansia da evitamento, insonnia, depressione, balbuzie.
I
bimbi,
ma
anche
gli
adulti,
nel
corso
di
una
situazione
negativa
provano
a
metabolizzarlo
più
velocemente
possibile
e
maggiormente
si
presenta
tranquilla
e
controllata
la
prima
reazione
più
ci
si
dovrà
attendere
il
manifestarsi
nel
tempo
alcune
espressioni
di
malessere,
la
cui
forza
e
decorso
sarà
condizionato
notevolmente
dal
sistema
di
riferimento
individuale
e
dal
post
separazione,
in
quel
lasso
di
tempo
difficile
tra
partner
nella
quale
si esplicita il contesto modificato, regole comprese.
Modificare
modalità
di
relazione
e
vita
con
l'ex
partner
è
un'azione
ardua,
anche
tutelando
con
esso
un
vincolo
efficiente
e
partecipativo
come
genitore.
Serve
un'abbondante
accortezza
ed
una
recuperata
stabilità
affettiva,
non
sempre
a
portata
di
mano
di
ambedue
separati,
soprattutto
quando
la
decisione
di
interrompere
la
relazione
presa
di
comune
accordo
ed
uno
dei
due
aveva
già
(o
ha)
un
relazione
sentimentale.
La
propensione
alla
rivalsa
piena
di
rancore,
in
tali
circostanze
può
dare
rappresentare
una
istigazione
rilevante,
come
anche
quella
di
usare
i
figli
come
amplificatori
e
perciò
esasperare
l'ostilità.
L'impiego
dei
figli
ha
una
doppia
valenza.
Ha
la
forza
di
aizzare
l'odio
nei
confronti
del
partner
(ignorando
che
esso
è
comunque
la
mamma
o
il
papà
del
bimbo),
modificando
gli
incontri
deliberati
dall'autorità
giudiziaria
in
rimproveri
contro
l'altro,
in
rimproveri
su
tutti
i
fronti
(sostenute
inoltre
dai
familiari
del
genitore),
in
informazioni
che
hanno
l'unico
scopo
di
disprezzare
l'amore
verso
il
figlio,
la
sua
etica,
la
sua
reputazione.
In
altre
occasione,
meticolosamente,
l'ex
partner
tempesta
l'altro
in
merito
al
rendimento
scolastico,
sulla
condizione
fisica
dei
figli,
con
l'obiettivo
di
attirarlo
a
sé
per
mezzo
dei
figli,
provando
ad
incolparlo.
Non
ha
approvato
la
separazione
ed
in
modo
evidente
lo
manifesta
ai
figli,
quasi
a
dare
luogo
a
degli
intermediari
con
l'altro
genitore.
In
tali
circostanze
la
ragione
esatta
è
la
gelosia
di
uno
dei
due partner verso l'altro, visto come più sereno, più equilibrato o più abbiente.
L'argomento
economico
grava
maggiormente
nelle
separazioni
conflittuali
e
gli
assegni
di
mantenimento,
la
loro
costanza
o
il
loro
adattamento
nel
tempo
presentano
di
frequente
principi
o
appigli
per
ridiscutere
l'affidamento
dei
figli,
con
ulteriori
istanze
al
giudice,
perizie,
udienze
e
un
rinvigorito contesto di avversità che fa male ai figli in modo non sempre abbastanza chiara ai litiganti.
Ci sono diverse norme sostanziali per diminuire i danni personali ai figli dei separati.
La prima è quella di essere collaborativi quanto più possibile con l'ex partner.
La seconda è di non alterare la sua immagine agli occhi del figlio in nessuna maniera, smorzando continuamente i toni.
La
terza
è
quella
di
non
viziare
il
bambino
con
doni
e
permissioni
per
recitare
la
parte
del
"genitore
amico"
in
antitesi
con
l'altro,
ordinato
e
perciò
"rivale".
In
questa
acque
il
bimbo
naviga
in
vista
di
privilegi
personali
e
cresce
negligente,
presuntuoso,
viziato,
con
comportamenti
sprezzanti,
conscio
di
approfittare
del
conflitto
permanente
dei
suoi
genitori.
In
proposito
frequentemente
i
bimbi
pur
di
assecondare
il
genitore
che
ravvisano
inferocito
contro
l'altro,
raccontano
frottole,
in
altre
parole
appoggiano
le
affermazioni
del
genitore
aizzatore.
Vanno
analizzate
con
le
molle
alcune
affermazioni e dichiarazioni di maltrattamenti, presenza di diverse persone in casa, abbandoni eccetera.
La
quarta
è
di
mantenere
il
bambino
quanto
più
possibile
al
di
fuori
delle
contese
legali
oppure
di
fargli
capire
con
parole
semplici
e
chiare
quello
che sta succedendo o che potrà succedere ed il motivo.
La
quinta
è
quella
di
seguirlo,
per
domandargli
di
frequente
come
sta,
come
affronta
il
cambiamento
affettivo
e
logistico,
che
attese
o
pensieri
ha,
come si trova con il genitore che lo segue (concedendogli la libertà di esporre sull'altro).
La
sesta
è
quella
di
creare
spazi
comuni
in
cui
il
bimbo
riveda
in
maniera
civile
i
genitori
con
lui
in
momenti
particolari
(compleanni,
ricorrenze,
impegni sportivi).
La settima è quella di non adoperarlo come messaggero e perciò di parlare con l'ex partner in maniera produttiva nell'interesse del figlio.
L'ottava
è
di
scovare
nuove
strade
affettive
qualora
non
esistano
più
limiti
per
un
riavvicinamento
con
l'ex
partner,
nel
caso
che
uno
dei
due
non
si sia ancora rassegnato alla separazione.
La
nona
è
quella
di
valutare
gli
atteggiamenti
da
attuare
accostandosi
a
persone
non
coinvolte,
non
di
parte.
I
consigli
di
una
persona
neutrale,
costituisce
il
più
delle
volte
la
maniera
più
vantaggiosa
per
affievolire
gli
impatti
emotivi
di
alcune
azioni
sui
figli.
La
decima
e
ultima
norma
impiegabile
è
quella
di
"vedere
con
gli
occhi"
del
bambino
e
comprendere
che
ha
ed
avrà
necessità
di
entrambi
i
genitori
e
non
di
uno
"imprescindibile"
piuttosto
che
dell'altro
"inutile",
bensì
di
tutti
e
due
i
genitori,
che
rappresenteranno
sicuramente
un
riferimento,
nel
bene
e
nel
male, per la sua futura crescita.
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