STEFANO BECAGLI
Psicologo Clinico e dello Sport
I bambini ci parlano
Nella
società
odierna
è
già
approvata
l'influenza
e
la
varietà
degli
stress
cui
è
soggetta
la
persona.
Molte
volte,
però,
si
reputa
che
gli
stress
interessino
solamente
gli
individui
adulti,
sebbene
moltissime
certezze
scientifiche
diano
prova
che
ugualmente
i
bimbi
sono
esposti
allo
stress.
In
confronto
alle
persone
adulte,
i
bambini
sono
specialmente
esposti
perché
sono
maggiormente
sensibili
alle
modifiche
e
non
hanno
ancora
facoltà
e
strumenti
abbastanza
sviluppate
per
affrontare
quelle
situazioni
che
provocano
stress,
i
così
definiti
stressors.
In
aggiunta,
in
particolar
modo
i
più
piccoli,
possono
avere
problemi
a
comunicare
bene
le
proprie
sensazioni,
chiedendo
sostegno.
I
sintomi
e
i
segnali
di
stress
possono
cambiare
con
gli
anni
e
la
fase
del
ciclo
di
vita
che
sta
vivendo
il
bimbo.
Più
il
bambino
è
piccolo
più
grande
è
la
complessità
per
i
genitori
a
individuare
le
manifestazioni di stress, dato che i sintomi posso essere aspecifici e possono essere imputati ad altri motivi.
Il
modo
di
adeguarsi
ai
diversi
stressors
cambia
da
bimbo
a
bimbo.
In
proposito
siamo
in
grado
di
tenere
presente
certe
determinanti:
si
è
già
fatta
menzione
dell'età
del
bambino
e
della
fase
del
ciclo
di
vita
che
sta
vivendo
bensì
similmente
rilevanti
sono
la
circostanza
in
cui
si
origina
lo
stress
(acuto o cronico), la sua intensità, la reazione degli adulti di riferimento nell'affrontare la situazione stressante.
Episodi
traumatici
tipicamente
critici
e
ostili,
come
per
esempio
incidenti
stradali,
eventi
atmosferici,
attacchi
da
parte
di
animali,
violenze
patite
o
a
cui
ci
assiste,
abusi
sessuali,
costituiscono
situazioni
stressanti
intense
che
possono
portare
a
importanti
effetti
per
il
bimbo
e
che
compongono
un
quadro clinico che prende il nome di
sindrome post-traumatica
.
Da 0 a 3 anni
Se
un
bimbo
piccolo
affronta
una
situazione
stressante
(ostilità
familiari,
inserimento
all'asilo
nido),
diventa
nervoso,
piange
con
facilità
e
spesso
o
si
chiude
in
se
stesso,
divenendo
poco
disposto
a
farsi
coinvolgere
in
attività
ludiche
con
altri
bambini
o
con
i
familiari.
Frequentemente
ha
disturbi
del
sonno
e
palesa
ansia
da
separazione.
In
differenti
situazioni
il
bimbo
diventa
inappetente,
rifiuta
il
cibo
oppure
diventa
parecchio
esigente
nelle
scelte e cala di peso.
Da 4 agli 11 anni
In
tale
lasso
di
tempo
i
bambini
sono
in
grado
di
palesare
il
loro
malessere
con
condotte
regressive,
come
ad
esempio
casi
di
enuresi
notturna,
capricci
e
scatti
di
aggressività.
In
tali
situazioni
i
genitori
di
frequente
reagiscono
in
maniera
negativa,
senza
catturare
i
segnali
per
mezzo
dei
quali
il
bimbo
sollecita
il
loro
sostegno.
Nel
corso
della
frequenza
a
scuola,
una
situazione
di
stress
può
dare
origine
ad
un
abbassamento
del
rendimento,
bassa
concentrazione,
iperattività
e
distraibilità,
tali
sintomi
possono
essere
incompresi
e
definiti
come
manifestazione
di
una
condizione
clinica
specifica
e
primaria,
chiamata
ADHD
(Attention
Deficit/Hyperctivity
Disorder).
In
tali
circostanze
è
fondamentale
rivolgersi
a
uno
specialista per eludere diagnosi errate.
Preadolescenza e oltre
L'adolescenza
è
una
fase
peculiarmente
intricato
e
impetuoso
nel
corso
della
quale
i
ragazzi
sono
alla
ricerca
della
propria
identità
e
delle
propria
indipendenza.
Nel
corso
di
tale
complesso
lasso
di
tempo
conflitti
intrapsichici
e
pressioni
esercitate
dal
contesto
ambientale
esterno
fanno
si
che
il
livello
di
stress
del
ragazzo
si
amplifica
in
maniera
esponenziale.
In
tali
situazioni
l'adolescente
può
manifestare
comportamenti
devianti
sino
a
giungere
all'abuso
di
sostanze
stupefacenti
e
alcol.
In
differenti
circostanze,
momenti
protratti
di
stress
possono
causare
inoltre
maggiore
ipersensibilità alla
depressione
.
Bimbi di ogni età
In
età
scolastica,
maggiormente
nella
fase
della
preadolescenza,
circostanze
stressanti,
che
si
protraggono
nel
tempo,
possono
far
insorgere
problemi
fisici
come
fastidi
addominali,
cefalea,
dolori
muscolari,
astenia,
insonnia
.
In
qualsiasi
situazione
è
fondamentale
non
trascurare
tali
sintomi,
scartando
eventuali
origini
organiche
e,
se
un'origine
specifica
non
è
accertabile,
esaminare
le
situazioni
ambientali
e
l'esistenza
di
eventuali stressors.
La funzione dei genitori
Consentire
e
appoggiare
il
bimbo
a
manifestare
i
propri
stati
d'animo,
sostenendolo
a
capirle
è
molto
importante,
come
anche
ascoltare,
sprovvisti
di
pregiudizi,
quello
che
racconta,
dando
prova
di
essere
attenti
e
disponibili
in
merito
ai
suoi
dubbi,
pure
se
si
possiede
una
differente
sensazione
della
concreta
consistenza
dei
possibili
stressors.
La
sensibilità
all'ascolto
e
la
complicità
emotiva
danno
origine
alle
opportune
premesse
per
comprendere
la
difficoltà
e
trovare
una
soluzione,
e
condurre
rendendo
complice
il
bambino
nelle
scelte
più
appropriate.
Se
la
situazione
stressante è critica e non presenta via d'uscita o se è tipicamente denso il grado di angoscia, ci si deve
rivolgere ad uno specialista
.
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